ITALCARBON, il mago del carbonio

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Il carbonio, il punto sul materiale

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I telai in carbonio sono spesso un tabù per molti bikers: “e se cado e si rompe? come faccio a ripararlo?”

Abbiamo la fortuna di conoscere Sergio Fabbris, compaesano e grande appassionato di ciclismo, di Italcarbon che è un vero mago della riparazione dei materiali compositi.

L’esperienza

Citiamo direttamente dal sito Italcarbon

Al contrario dei telai metallici, i telai in carbonio sono facilmente riparabili. Attenzione, quando si dice facilmente si intende da persone con esperienza specifica sulle tecnologie e nei processi di trasformazione (grammatura tessuti, giusto orientamento delle fibre unidirezionali o bidirezionali, tipo di resina, sottovuoto, temperatura).
Il telaio metallico (di qualsiasi lega si tratti) quando subisce un urto (sovra sollecitazione in genere) difficilmente si rompe, ma si deforma nel suo complesso (telaio storto). Questo è dovuto alla caratteristica meccanica del metallo.
Il metallo assoggettato ad un carico fino ad un certo livello subisce una deformazione reversibile (fase elastica), al di sopra subisce una deformazione permanente (fase plastica) e con carichi ancora superiori si rompe.

La riparazione

Abbiamo consegnato a Sergio diversi “puzzle di telaio” in carbonio, sia mountain bike che biciclette da strada, che Sergio con la sua esperienza ha riportato a nuova vita grazie anche alle proprietà di questo materiale

Il carbonio, viceversa, ha un tipo di rottura fragile. Questo vuol dire che sino ad un certo livello di sollecitazione il telaio ha una deformazione elastica, al di sopra si rompe. Leggendo queste parole si potrebbe pensare ad una inerente pericolosità del telaio in carbonio. Bisogna invece sapere che il materiale composito (resina+carbonio) non ha una struttura omogenea, ma è formata da 2 elementi: la matrice (la resina) e il materiale resistente (il carbonio), inoltre il filamento di carbonio è formato da tantissimi fili sottilissimi che raggruppati formano il ‘filo’ con cui è tessuto il carbonio.
Quando si supera la sollecitazione che porta alla rottura, non tutti i filamenti base raggiungono contemporaneamente il carico di rottura, quindi è assai raro avere una rottura catastrofica (cedimento della struttura) ma è assai più probabile che si abbia una serie di micro rotture che assorbono l’energia in gioco.

Quindi quando il telaio in carbonio si rompe localmente, non si deforma nel suo complesso e grazie all’esperienza di Sergio, è più facile (per lui) ripararlo a pari del nuovo.

E per l’esterica? Sergio si avvale di un servizio d’eccellenza per la verniciatura, che esteticamente e funzionalmente sarà indistinguibile dal nuovo!

Vi segnalo un articolo su Pinkbike, portale americano di riferimento del mondo mountain bike, ove viene introdotto il Test Lab di Santa Cruz, uno dei più famosi produttori di biciclette statunitensi. Durante i test su vati telai in carbonio e alluminio, viene evidenziato cosa riporta sapientemente Sergio, ovvero che il carbonio risulta notevolmente più resistente dell’alluminio, sia alla compressione che agli urti, con il side-effect che il materiale si rompe e non si deforma (come invece fa l’alluminio).

telaio carbonio rotto
telaio carbonio riparato
telaio carbonio verniciato

Conclusioni

Speriamo di avere fatto un po’ chiarezza su questo materiale che permette di realizzare i “telai di plastica” come dice un mio amico che ama più il motto “steel is real!”, ma su questo tema apriremo un altro articolo 😉

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